venerdì 8 aprile 2011

Il dopo-fuga

Come si affronta il dopo-fuga?
All'inizio è tutta paura,panico: cammini e ti guardi continuamente le spalle. La tua ombra ti segue in silenzio. Man mano tutto si fa più chiaro,lucido,lucente. E più cammini, più avanzi più vai verso il "centro",verso te stessa. E non è che sia sempre facile. Quando ti abitui a percorrere la vita in due o quando sei convinta che la stai percorrendo mano nella mano con qualcuno,perdere quella mano lascia un pò spaesati. Spesso ci si sente come un palloncino sgonfio. Ma ora non puoi raccontarti storie: ora la responsabilità della vita è solo tua non è al 50%. E' come avere la sindrome dell'arto mancante. Anche se l'amputazione è stata una nostra consapevole scelta. Anche se l'amputazione dell'anima era di gran lunga peggiore. Non ti senti sola,non sei sola. Mai come ora... sei in compagnia di te. Non ti resta che vivere e assaporare ogni minuscolo, eterno istante.
Rosemarie

3 commenti:

  1. E proprio così, cara Rosemarie, All'inizio ci si sente spaesati, amputati, confusi... ma si impara ad essere forti e ad assaporare ogni minuto di vita.
    Ti abbraccio,
    Lara

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  2. Buongiorno Lara!
    Hai ragione: si impara ad essere forti con l'aiuto delle nostre emozioni. Spesso le sensazioni fisiche,come alcuni odori,sapori ti fanno rimbalzare indietro a cose che hai sepolto nell'anima. Come asseriva Marcel Proust parlando della "memoria spontanea",quella che non richiami volontariamente. E quelle sensazioni sono pugni nello stomaco: ti tengono sicuramente sveglia e vigile ma ti ricordano che,forse,ci sono porte del passato che non si chiuderanno mai. Ma va bene così...
    Un abbraccio
    Rosemarie

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