Padre,padrone,marito…
Forse partiva da lì l’errore. Da un errato rapporto con l’altro sesso. Così anche Dio, pensato maschio per antonomasia,era Padre,Padrone,Marito, Giudice,Punitore. E così il contatto si faceva quasi impossibile. La connessione mancata con l’altro sesso vietava inesorabilmente anche la più alta e naturale fra le connessioni: quella con lo Spirito. E quella visione seppur sempre rifiutata,della donna-debole e dipendente era nella sua coscienza fissa come l’immagine eterea della sua dolce nonna. Sempre rimessa,dimessa,silenziosa,rinunciataria,sacrificio vivente. Mangiava lontano dal tavolo mezzo metro,altrimenti,diceva,poi sembrava un lupo. Mangiava,se mangiava,per ultima,dopo aver servito marito,in primis, e figli. Il suo carburante erano avanzi e preghiera. Cornuta come la migliore letteratura di fine ottocento insegnava, come la politica di Mussolini imponeva. Cornuta perché era giusto così,era normale così. Con la camicia da stirare tra le urla la domenica mattina mentre un pargolo succhiava avidamente il seno e un altro si pisciava beatamente addosso. Tutto per andare a una messa di ipocrisia che solo lei sentiva dentro al cuore, davanti a Padre Pio e le sue estasi in diretta. Tutto per tornare di corsa a preparare un pranzo luculliano mentre lui,il nonno,si tratteneva al circolo a giocare a carte.
E il lunedì sveglia alle 5 dopo una nottata tra tetta e piagnistei! Galline da governare,la confessione fino ai Cappuccini a piedi da Padre Pio e di corsa a scuola dove insegnava. Fino alle 12.30. Poi la spesa,il pranzo,il bucato,il bracere,l’acqua calda sempre sulla stufa a legna,le scarpe da togliere al marito stanco,le visite di cortesia e i debiti...infiniti debiti. Uno ne saldava uno ne cominciava. Una volta aveva vinto al totocalcio: per una “x” aveva fatto solo 12,ma aveva vinto una bella somma! Sempre a un passo dal massimo,sempre vicino al minimo: si,perché la Provvidenza ti dà quanto basta all’occorrenza,il resto è del demonio!
...e come li resetti sti ricordi? Come li discuti? Che argomenti porti nel tuo inconscio per smantellarli alla radice?
Lei aveva i nonni attaccati al collo: in una di quelle collane d’argento che si aprono e custodiscono le foto sbiadite dei cari morti. Le volevano bene i nonni,certo e lei ne voleva a loro. Ma che cavolo di eredità avevano lasciato nella sua coscienza! Cancellarla equivaleva a
Tradirli, Rinnegarli,non amarli più?
Decise di porre quella splendida collana in un porta gioie,come fosse
Un’urna contenente ceneri dal passato. Di quello si trattava: passa-
To e il suo posto era nel passato,nella scatola del passato,nella
Scatola dei ricordi. Insieme alle sue Barbie
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