mercoledì 26 giugno 2013

Immagina

A volte mi sorprendo a sognare. E i miei voli pindarici sono così colorati che mi sporco le mani di pittura. Se dovessi morire oggi mi risveglierei in un acquerello da sindrome di Stendhal: sarei tutta insaccherata di pittura e avrei l'odore del solvente sui vestiti.Non ho mai saputo disegnare,che peccato! ma ho sempre avuto fantasia e immaginazione.E ho sempre sognato un mondo di bambini felici di esprimere la loro individualità: senza nessuno che spezzasse la loro volontà sul nascere facendone adulti frustrati e omologati.Ma come si fa a formare bambini liberi di esprimersi senza spezzarne la volontà con un minimo di disciplina? senza dire: io comando tu esegui. Io sono grande tu sei piccolo. Ci vorrebbe una pedagogia tutta nuova. E mi trovo immersa in un campo di fiori e foglie a insegnar matematica contando le foglie,sporchi terra e fango. Mi trovo a osservar forme di nuvole sdraiati su un prato inventando storie. Senza le paranoie mammesche delle allergie,dei raffreddori stagionali. Mi trovo a sguazzar nelle pozzanghere e a ballare sotto la pioggia cadenzando nuove note musicali senza pensare alle piogge acide e ai malanni ricorrenti.E continuo a sognare: ci sarà u modo,prima o poi, di portare mamme e bambini in una scuola così? Dove la priorità sia data al gioco che insegna a perdere e tollerare le frustrazioni, dove il gioco sia gioco e non competizione assoluta? dove la gioa sia gioia del fare e dell'imparare?dove essere migliori per sè stessi e di sè stessi sia la priorità?
Dove si impara a vivere la vita godendola e non subendola?
Non smetterò mai di pensarlo,di gridarlo e scriverlo sui muri: il futuro è dei bambini. Ma se seminiamo quello abbiamo ricevuto nelle generazioni passate senza ascoltarli,il mondo sarà solo corsi e ricorsi. E che ci lamentiamo a fare? Bisogna cambiare le radici. E questa è una teoria vecchissima che però nessuno osa mettere in atto. Che paura! Allora smettiamo di lamentarci e ascoltiamo un pò quante frasi trite e ritrite impartiamo ai nostri bambini. Le stesse che dicevano a noi. Con gli stessi verbi e le stesse forme antiquate. Non siamo per niente originali e ci permettiamo di criticarli. Creiamo fotocopie in bianco e nero. Loro sono a colori. Lasciamoli dipingere il futuro.
Rosemarie