giovedì 10 febbraio 2011

Dalla libertà "da" alla libertà "per"...

Trappole: si può dipendere da una trappola? Si può desiderare di uscirne ma fare di tutto per rimanervi dentro con un nodo scorsoio alla gola che stringe più forte ogni volta che tentiamo di liberarci?
Si. Forse perchè ne abbiamo bisogno per essere più forti e consapevoli dopo. Come il seme di grano invaso dalla pioggia,sbattuto dal vento, ibernato dal freddo: lotta e sopravvive,diventa una splendida spiga dorata che vibra alla luce del sole. Più l'inverno è duro,più la primavera è rigogliosa.
Basta questo per non disperarsi? per credere fermamente che ne usciremo? No.
Ci consola solo per un pò. Nella storia dell'umanità,la conquista della libertà ha portato guerre sanguinose. Per nascere bisogna soffrire e non c'è parto senza sangue.
Si,bella forza! e la paura? quella che ti parte dalla bocca dello stomaco e non ti fa nemmeno respirare?
Non ho detto che sia facile,anzi. Però può essere interessante provare a superarla,semplicemente buttandosi nell'ignoto. Certo la mia bella "trappolina" è scomoda, mi fa soffrire. Ma è conosciuta. E' terribile ma la conosco. Fuori cosa c'è? e se poi è peggio? se non ce la faccio?
E se invece ce la facessi!? se fosse meraviglioso?!
Spesso non è la paura a fermarci ma la pigrizia.
Ho cominciato da piccole cose a lottare contro la mia pigrizia mentale e fisica: piccoli passi,piccoli interessi,piccoli hobbies, piccole distrazioni. E mi è venuta pian piano la voglia di vivere che avevo perso da secoli ormai. Invisibile,annullata completamente,ingiustamente,inutilmente nel mio uomo. Non ero io,ero lui e non mi piacevo. Ma non rimpiango niente: l'ho voluto io,così come poi ho voluto uscirne. E' stata una fase utile per arrivare fin qui. Per arrivare a spiegare le ali.
Rosemarie

Nessun commento:

Posta un commento